Barachetti si avvale di oggetti d’uso comune e ne fa mezzo espressivo, attraverso la carriola preparata che diventa a sua volta generativa di suoni a diversi livelli. Il soffio in una bottiglia, piccoli oggetti quotidiani lanciati all’interno della carriola, a sua volta sfiorata o percossa, con le mani o altri oggetti: rumori spesso campionati in un loop sonoro che invade la sala. Una necessità generativa sempre in dialogo con i suoni melancolici della chitarra elettrica di Alexandra Lagorio.
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