Nel 1987 Jean Baudrillard pubblica, all’interno del suo libro “L’altro visto da sé”, un testo dal titolo “L’estasi della comunicazione” che riletto nel nostro presente, come ha fatto qualche anno fa Mark Fisher, risulta eccezionalmente profetico.
Baudrillard prevede in anticipo di qualche decennio l’avvento di “un’era della tattilità”, che Fisher reinterpreta come il tempo del touch screen, il «puro schermo – scrive il filosofo francese – pura superficie di assorbimento e riassorbimento delle reti di influenza», in cui il tatto dell’essere umano, diventa secondo Fisher un «tocco privo di ogni sensualità».
I device che usiamo quotidianamente hanno codificato la nostra componente tattile, spesso privandola di significato.
Vestiti con due giacche impermeabili che li riparano dallo tsunami di informazioni del contemporaneo, in “Contraccambio” Alexandra Lagorio (chitarra elettrica, oggetti) e Luca Barachetti (carriola preparata senza effetti), con la collaborazione spontanea di una persona del pubblico, cercano di ritornare a quel tatto generativo, che è storia, memoria, vita, morte, radicale differenza e incontrovertibile parentela con le cose e la materia.